Ho sposato un italiano - Archipelago

Association of Italians in The Philippines
Vai ai contenuti
HO SPOSATO UN ITALIANO

Abbiamo incontrato Lhea, una simpatica signora filippina sposata da 15 anni con Giovanni, italiano e residente tuttora nelle Filippine.
Lhea si è sottoposta volentieri e divertita al nostro invito/intervista nel raccontarci la sua esperienza e le sue impressioni sul suo modo di vedere una relazione con un Italiano, così come di seguito ha risposto alle nostre domande.
D) Come vi siete conosciuti?
R) Ci siamo incontrati in un un Dating site circa 17 anni fa, io ero poco più che ventenne, mentre lui era già sopra i 40, single.
D)  Un dating site? non hai avuto timore di incontrare un avventuriero oppure qualcuno che potesse crearti problemi anziché aspettative per il tuo futuro?
R) Si certamente quel timore c’è sempre, ma quando si comunica con una persona si intravvedono subito la qualità delle intenzioni, tipo il linguaggio, l’approccio, la cortesia, etc etc. Chiaro che ci sono innumerevoli persone che hanno problemi di socializzazione oppure hanno obiettivi diversi e questo lo si capisce subito quando dopo 5 minuti ti chiedono di spogliarti davanti al computer, oppure ti dicono che gli piaci da morire, solo dopo avergli detto in quale provincia abiti, oppure dicendoti che sei bellissima nonostante abbiano potuto vedere il mio mezzo busto in un video pc con immagini sfocate e dove non c’è alta definizione, almeno in quei tempi. Solo pochi invece seguivano un percorso comunicativo decente e rispettoso. Io però non sono una grande esperta di dating online, ho conosciuto il mio Giovanni, mi sono innamorata e poi fortunatamente ricambiata e sposata.
D) Come ti sei innamorata a distanza?
R) Giovanni innanzitutto era un bell’uomo, e mi piacevano le sue maniere gentili, si è subito rilevato molto interessato a conoscere il mio background, la mia formazione scolastica e culturale, io stavo per concludere gli studi universitari (laurea in lingua inglese alla UP), ma la mia preparazione scolastica ed il mio livello di conoscenza della cultura in termini generali era sicuramente inferiore al suo, ebbene, lui fu cosi carino e gentile da non farmi mai pesare tali differenze, ma chattava con me per ore spiegandomi un sacco di cose, parlammo di letteratura, di religione, di scienza e di ogni cosa che ci facesse sentire bene e che in un certo senso ci univa sia pur a distanza, finché un giorno incominciammo a parlare d’amore, ecco, penso di essermi innamorata di lui proprio così.
D) Dici che incominciaste a parlare d’amore, nelle chat si parla spesso anche di sesso…
R) Certamente sì, il sesso è una grande componente, per un corretto rapporto tra un uomo ed una donna, non parlarne significherebbe accantonare o meglio non utilizzare uno dei pilastri che sostengono il rapporto di ogni coppia.
D) Fantastico, e poi?
R) Dopo alcuni mesi venne nelle Filippine per la prima volta, lui lavorava a Singapore per una azienda meccanica italiana, si prese un po’ di ferie e ci incontrammo a Greenbelt. Andai all’incontro con un’amica, non perché non mi fidassi, ma per avere il suo conforto se qualcosa fosse andato storto, il nostro feeling online si verificò subito veritiero e mi sentii cosi appagata del tempo che avevo dedicato a questa relazione, si pensavo che era proprio l’uomo per me. Rimase solo pochi giorni, ma abbastanza per poterlo presentare alla mia famiglia in Quezon city.
Ritornò frequentemente e dopo due anni ci siamo sposati, ora abbiamo 2 figli, un maschio di 12 anni  ed una bambina di 9 anni.
D) Al di la degli innamoramenti e di tutte le belle cose che ci dici, cosa pensi di tuo marito italiano e della sua italianità?
R)  Ah ah ah ah, essendo il primo ed unico marito non posso fare paragoni, però ci provo. Non ho avuto problemi di sorta nella nostra vita coniugale e nell’educazione dei nostri figli, ho provato però gioia e soddisfazione nel vederlo impegnato per la mia integrazione nella sua famiglia, con i suoi amici e parenti, tutti mi hanno accolta con grande gioia e mi hanno fatto sentire parte della loro famiglia. Non altrettanto però ho potuto fare io, nel senso che anche i miei sono rimasti felici di conoscerlo ma certamente come ben saprai l’integrazione con la comunità filippina non è cosi semplice come in Italia.
D) Potresti essere più precisa?
R) Intendo dire che per mio marito è un po’ più complicato relazionarsi con il mio mondo filippino, in quanto la diversità di cultura ed obiettivi trovano percorsi contrastanti le sue abitudini ed aspettative, creando in tal modo un distacco o quantomeno dei vincoli allo sviluppo ed al successo di relazioni conciliabili e rispettabili.
D) Qual è la cosa che più ti ha colpito quando tuo marito ti portò in Italia la prima volta
R) La quantità di camicie che teneva nell’armadio! A parte gli scherzi, fui un po’ impressionata per il fatto che oltre 20 anni di differenza di età fosse per la società italiana una cosa un po’ fuori del normale, poi però le persone si abituarono ed oggi siamo nella normalità.
D) Dove vivete? E sei contenta di abitare lì ?
R) Dopo il matrimonio abbiamo vissuto per tre anni in Italia, poi quando rimasi incinta la prima volta decidemmo di tornare nelle Filippine e prendemmo casa in un condominio a Makati.
Per la verità sono felice di vivere a Manila e vicino alla mia famiglia, ma si sono presentati dei problemi sui quali avevamo probabilmente sorvolato con un po’ di leggerezza, il primo riguarda il traffico di Manila, il che ci rende la vita ben diversa da come era in Italia, la seconda è la scuola per i nostri figli, ovvero secondo mio marito, non propriamente adeguata alle sue aspettative in merito alle capacità e qualità di insegnamento, infine, Giovanni fa tuttora il pendolare, si reca a  Singapore una volta al mese, stiamo per!o programmando il ritorno in Italia che vedrà probabilmente una sistemazione definitiva.
D) Insomma tutto è filato liscio, innamoramento, figli, casa, famiglia, lavoro, qual è il prossimo sogno?
R) Non ho sogni, se non quelli che credo ogni persona cerca come l’amore, la salute e la prosperità, da filippina però non posso non pensare a quelle ragazze meno fortunate di me che hanno visto svanire i loro sogni, oltre a quelle che invece hanno fatto scelte sbagliate ed obbligate a vivere rapporti di comodo se non a volte, addirittura contrattuali.
D) La prosperità… bellissima parola, ma cos’è per te la prosperità?
R) Guarda, le donne asiatiche sono un po’ diverse dalle occidentali, guardano alla costruzione della loro famiglia tenendo presente che la prosperità è un valore sobrio, senza eccessi ma ben definito ed equilibrato, al contrario invece di valori come ricchezza, carriera e successo. A chi non piacerebbero tali valori, ma prova a pensarci un po’ quanto potrebbero essere fuorvianti se questi fossero obiettivi volti allo sviluppo ed alla crescita di un nucleo famigliare.
D) Dopo questa perla di saggezza, cosa non ti piace di tuo marito?
R) Guarda troppo le ragazze!
D) Ahhh ci siamo, la gelosia! Mi sembrava che mancasse qualcosa.
R) Lo sai anche tu, in questo paese un uomo di 57 anni è come ne avesse 35 e frottole di donne si farebbero in quattro per accappararsi un uomo straniero anche di questa età. Non è tanto da lui che mi devo preoccupare ma dalle sirene e sirenette che non avrebbero alcun scrupolo a buttarsi sul pezzo. Credo non ci sia niente di male, se cerco di proteggere e tutelare il mio “patrimonio”.
D) Siamo in conclusione per questione di spazio, un’ultima domanda: Ti saresti vista sposata con un uomo di altra nazionalità anziché italiana?
R) Forse sì, se i valori ed i sentimenti erano gli stessi, resta però il fatto che quando si incontrano uomini che sanno prenderti per la gola (nel senso culinario del termine), che ti fanno un regalo gradito, che ti fanno sentire una regina, e pure un po’ romantici….diciamo che sono uomini un po’ diabolici, ma come dirgli di no?
Cari amici italiani e sposati o con compagna filippina, quanti di voi si riconoscono in queste parole?
Archipelago ingrazia Lhea per il suo contributo e facciamo complimenti sinceri a Giovanni!
Torna ai contenuti